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lunedì, giugno 25, 2018

Tutti a casa

Tutti a casa

Dopo le, nuove, sconfitte elettorali alle elezioni amministrative concluse questo fine settimana da più parti nel PD son tornati i soliti appelli di indignati che chiedono tutti a casa...

Il mio primo pensiero quando leggo queste tre parole va al bellissimo film di Luigi Comencini del 1960, uno dei pochi dove Sordi si espone un pochino politicamente (mai quanto in "Una vita difficile" ma ci si deve accontentare.


Nel film il tutti a casa è riferito ai soldati italiani che dopo l'8 settembre 1943 e la firma dell'armistizio "scappano per tornare alle loro case" (estremizzando molto, guardatelo e fatela poco lunga).


Qui nel PD il tutti a casa chi riguarda?

Si dice riguarda i dirigenti che hanno guidato il Partito negli ultimi anni, benissimo. Meno bene leggere che il tutti a casa arriva da chi molto spesso si è spellato le mani ai comizi ed ha finito i giga per Facebook (di più siamo rimasti molto pochi a farlo) per osannare da grillino gli stessi che ora condanna.


Qui il tutti a casa che serve al PD è secondo me un altro, senza mandare via nessuno ma recuperando chi si è perso per strada.


Non parlo dei dirigenti di LEU (per quelli vale quanto previsto dal nostro statuto nazionale) o di altri partiti, parlo dei tanti compagni e compagne che negli anni hanno silenziosamente lasciato la tessera e la militanza e soprattutto dei tanti elettori che hanno smesso di votarci perché, è bene ricordarlo, noi con la nostra arroganza a molta gente gli si sta sulle palle.

Questi si che devono tornate tutti a casa.

E per fare questo serve un percorso serio e lungo, come facemmo (in parte) solo nella nascita del Partito Democratico.


Vivere ogni congresso come un Tutti a casa di Comencini, ma parecchio più brutto, dove ognuno torna a casa sua pensando che un congresso sia una resa dei conti è quello che abbiamo fatto dal 2013 ad ora, sarebbe l'ora di smettere.

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martedì, giugno 12, 2018

La sinistra che serve a chi non ne ha bisogno

La sinistra che serve a chi non ne ha bisogno

In questi ultimi giorni il tema dei migranti è tornato attuale per la vicenda della nave aquarius e tutte le polemiche che hanno seguito la decisione di Salvini di chiudere i porti, pensata per fare il pieno alle elezioni amministrative del 10 giugno considerando che in realtà i migranti soccorsi in mare continueranno (giustamente) a sbarcare nei porti italiani.

Subito le bacheche dei social si sono riempite di polemiche e critiche alla decisione leghista, l'Arci e altre associazioni hanno promosso ieri manifestazioni in tutta Italia proprio per chiedere l'apertura dei porti.


Tutto giusto, tutto bello... ma in tutto questo c'è solo un problema... la nostra indignazione, l'indignazione del mondo della sinistra arriva sempre ai soliti, che a dirla tutta sono anche sempre meno, i soliti che non hanno bisogno si questa indignazione perché già son convinti.


E gli altri? Arrivano i nostri messaggi alle fasce deboli, agli ultimi, agli emarginati, cioè a tutti coloro a cui la sinistra per storia e obiettivi dovrebbe rivolgersi? No.


Su questo dobbiamo interrogarci.

Negli ultimi anni molti fra di noi hanno guardato male, considerato razzista chi semplicemente era spaventato da questo mondo "aperto" perché non aveva gli strumenti per capirlo e le risorse per viverlo.


Abbiamo avuto un ministro dell'Interno come Minniti che ha provato a interpretare questo disagio, queste paure, ma dopo 4 anni di nulla era dura fare miracoli... sarebbe anche onesto dire che molti che ora manifestano per la provocazione di Salvini sono gli stessi che un anno fa si indignavano per le scelte di un ministro degli Interni che faceva bene il suo lavoro, forse troppo per molti anche all'interno del nostro Partito.


E ora non pensiamo di recuperare i voti persi andando da chi, da sinistra, ha votato grillo o Lega dicendogli "Ti hanno menato per il naso" perché il problema è molto più profondo.

Un paio di anni fa a una riunione a Roma io ed i presenti apprendemmo come ai caf del principale sindacato italiano di una città del centro Italia il partito maggiormente scelto per il 2x1000 fosse proprio la Lega nord.

Anche alle ultime elezioni politiche i nostri candidati hanno vinto i collegi uninominali nelle città e nelle zone più ricche, dove avrebbero maggior bisogno di noi siamo stati schiacciati.


C'è una soluzione a tutto questo? Senza dubbio. Ma richiede studio, ragionamento e discussione; cose a cui non siamo più abituati ma che per forza dobbiamo ricominciare a fare.


Magari con una card Facebook in meno e un giro in periferia in più.


(Ah, ovviamente il titolo non è opera mia, date un'occhiata qui)

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domenica, giugno 10, 2018

Chiesina Uzzanese, venerdì 29 giugno ore 21 presentazione ricerca sui caduti della grande guerra di Chiesina Uzzanese ed Uzzano.

Chiesina Uzzanese, venerdì 29 giugno ore 21 presentazione ricerca sui caduti della grande guerra di Chiesina Uzzanese ed Uzzano.

A cento anni dalla fine della Grande Guerra del 1915-1918 l'associazione di promozione sociale "Avventura Democratica" ha curato una ricerca con l'obiettivo di produrre un elenco più completo possibile dei cittadini di Chiesina Uzzanese ed Uzzano morti durante il conflitto mondiale.

Nella pubblicazione, frutto di mesi di ricerca sui documenti dell'archivio di Uzzano e di quello di stato di Firenze e Pistoia, sono riportati i dati su tutti i caduti censiti, i nomi degli insigniti delle medaglie al valore militare ed i reduci a cui venne concessa l'onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto.

La serata di presentazione, venerdì 29 giugno alle ore 21 presso la sede dell'associazione in via Giuseppe Garibaldi 5 (davanti al municipio), vuole anche essere un momento per tutta la cittadinanza per condividere ricordi, oggetti e memorie dei propri parenti che presero parte al conflitto mondiale.

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martedì, giugno 05, 2018

Quella necessità di tornare a sporcarsi le scarpe con la terra di Calabria.

Quella necessità di tornare a sporcarsi le scarpe con la terra di Calabria.

L'omicidio di Soumaila Sacko avvenuto nella piana di Gioia Tauro ha fatto magicamente ricordare a molti di noi (tutti no, tanti fanno e faranno finta di nulla) che nel nostro paese esistono ancora situazione di schiavitù dei lavoratori e di degrado profondo.

Perché sarebbe utile tornare a sporcarsi le scarpe con quella terra? Perché farebbe bene a tutti, ed in particolare a chi vuole fare politica a sinistra e quindi dalla parte degli ultimi, alzare il culo dagli uffici e gli occhi dai tablet per provare a riallacciare il legame con il paese reale che, spesso, a sentirsi dire che molti drammi sono una fake news s'incazza.

Chi scrive ha avuto l'occasione si passare lì un mese nell'estate 2006 con i campi di lavoro sui terreni confiscati alle mafie organizzati dalla Regione Toscana e dall'Arci.

Un mese non è certo sufficiente a capire tutto di quei luoghi ma è sufficiente per comprendere la difficoltà di chi si impegna nella politica sana in mezzo a quegli agrumeti interrotti da case bunker con muri alti 3 metri e devastati da un porto piazzato lì più come "mancia del potere" che come strumento di sviluppo.

Fra i tanti incontri fatti in quei giorni, da Don Pino Demasi di Libera all'ex sindaco e parlamentare comunista Giuseppe Lavorato (leggete per favore la sua scheda su Wikipedia) si capiva l'esigenza di una mobilitazione e di un lavoro continuo in difesa degli ultimi e degli sfruttati...

Adesso abbiamo un governo che ha costruito il suo consenso rivolgendosi ai penultimi e che continuerà a farlo, tocca a noi ricostruire la nostra presenza lì, con umiltà e voglia di capire.

Facendo un tweet in meno e leggendo qualcosina in più.