scrivimi@carlocortesi.it

domenica, aprile 20, 2014

Grazie, ma non mi candido.

Grazie, ma non mi candido.

A pochi giorni dalla presentazione delle liste per le elezioni comunali del 25 maggio mi preme fare un attimo di chiarezza, per non alimentare le voci di paese e per rispondere a quanti mi chiedono e sono interessati a capire cosa farò alle elezioni.

Va da sé che da iscritto al PD sosterrò la lista del centrosinistra, ed i candidati votati dall'assemblea comunale del Partito, questo è ovvio.

Il mio impegno però si fermerà a quello dell'iscritto e militante, non intendo candidarmi in lista; per i compagni del PD questa non è certo una novità dato che dico la stessa cosa da mesi, ma lo scrivo qui per i tanti chiesinesi che in questi giorni mi pongono questa domanda.

La mia scelta è dovuta principalmente ai motivi che già 5 anni fa mi portarono a non ricandidarmi. Lavorando a Firenze e con una tesi magistrale da scrivere, oltre ad un'altra discreta quantità di cose da fare, non sarebbe serio prendersi l'impegno di consigliere comunale. Per fare l'amministratore, anche in un piccolo comune, servono tempo e passione, la seconda certo non manca ma il primo è poco.

Su un punto però mi auguro che ci si confronti nel corso della campagna elettorale: ha ancora senso, è ancora utile ed efficace mantenere un piccolo comune come il nostro? La cancellazione delle province imporrà sempre di più un rapporto diretto comune-regione, senza considerare il ruolo dell'Europa. A Chiesina ci siamo sempre contraddistinti per il non aver paura di scegliere e di pensare in grande, manteniamo questo spirito.

sabato, aprile 05, 2014

Ciao Nilvo.

Ciao Nilvo.
Ci ha lasciato Nilvo Maionchi, un brutto male l'ha portato via.

Sono legato a Nilvo, come a tutta la famiglia Maionchi, dall'affetto e dalla riconoscenza di chi mi ha fatto amare il ciclismo, a Chiesanuova ho passato 5 anni bellissimi in tutte le categorie giovanili da G6 ad Allievo nell'U.S. Toscogas.

Di solito sulle pagine del mio blog scrivo  righe leggere e di argomenti spesso futili, ma ci tenevo a dare il mio ricordo di Nilvo.

Ricordo che passa dalla foto, scattata il 10 settembre 2000 a Galciana di Prato, mia prima (e unica) vittoria nel ciclismo. Ricordo la felicità di Nilvo, come di tutta la squadra, per la vittoria di un ragazzino che tanto li faceva penare con le sue paure ed i suoi timori in bicicletta ed in gruppo.

Un sincero abbraccio a tutta la famiglia Maionchi ed alla comunità di Chiesanuova strinta al loro dolore.

Ciao Nilvo.

giovedì, aprile 03, 2014

Quando c'era Berlinguer.

Quando c'era Berlinguer

Pur non amando molto Veltroni e molte delle sue scelte, dal momento che sono d'accordo anch'io con Rino Gaetano, prima di criticare un film mi pareva giusto vedermi "Quando c'era Berlinguer".

Per valutare il film credo sia inevitabile una premessa: si tratta del ricordo personale, dell'omaggio, di Veltroni al Segretario del PCI. I testimoni si rivolgono direttamente a Valter, è sua la voce che narra le vicende come sue sono alcune immagini: non si tratta di un documentario prettamente storico/politico e questo credo spieghi molte delle scelte.

Se è forte e ben presente il lato umano della vicende vissute più da vicino da chi era fianco a fianco con Berlinguer, sull'analisi della storia del biennio 1978-80 si va molto veloce, più approfondita è la strada che porta al 1976. Il rapimento e l'uccisione di Moro privarono Berlinguer e l'Italia dell'interlocutore principale per attuare o almeno rendere possibile l'alternanza. Manca un'analisi sulle difficoltà incontrate dal PCI in quegli anni e che culminarono con le lotte alla Fiat e sul decreto di "San Valentino".

Onestamente avrei preferito più un approfondimento su questo piuttosto che le immagini dell'ultimo comizio di Padova, non sono riuscito a guardarle. Ancora una volta.

Ma va bene così. Perché credo si volesse rappresentare altro, le passioni e l'affetto per un leader che nella sua semplicità era potente e deciso. Certo con i suoi limiti, come tutti.

Commoventi le testimonianze dell'operaio di Padova e di Napolitano, davvero. Forse un po' forzata quella di Jovanotti...