Il razzismo uccide anche qui da noi.
Lo scorso martedì 13 dicembre il pistoiese
Gianluca Casseri ha ucciso a sangue freddo 2 commercianti cittadini senegalesi (Samb Modou, 40 anni, e Diop Mor, 54 anni) ed ha gravemente ferito altri tre cittadini senegalesi (Moustapha Dieng, Sougou Mor e Mbenghe Cheike). Si è scoperto quasi subito che il killer era, perchè si è ucciso vistosi braccato dalla Polizia e dai Carabinieri,
vicino al e militante del movimento estremista di destra casa pound.
Nelle ultime ore le indagini della magistratura e delle forze dell'ordine stanno evidenziando quanto si sia trattato di un gesto di lucida ferocia razzista, organizzato con puntiglio e facendo sparire prima le possibile prove magari a carico, chi può dirlo, di eventuali complici. Questo dimostra quanta lucidità ci fosse nella monte del criminale.
E questo ci deve dire quanto sia alto il rischio, specie in un momento di profonda crisi sia economica che morale del nostro paese, che anche nella nostra bella e civile Toscana si sviluppino forme di xenofobia e di nuovi fascismi.
Tocca a tutti noi, a tutti, non chiudere occhi e orecchie di fronte ai tanti piccoli fenom cheni quotidiani d'intolleranza e di odio verso i non indigeni. (perchè questo siamo noi, indigeni). A cominciare dalla vita di tutti i giorni. Se non si toglie il terreno sotto i piedi e l'humus che rende possibile la proliferazione di idee razziste non vinceremo questa battaglia.
A cominciare dal ricordare ai tanti che si lamento di chi "viene da fuori a rubarci il lavoro" che, oltre a non rubarci nulla perchè noi ora siamo signori e molti lavori non si vogliono più fare, anche noi per anni, decenni, siamo stati una nazione di migranti... Questa sera su Rai Tre c'era una bellissima puntata de "La grande storia" dal titolo
"Polenta e macaroni. Quando gli altri eravamo noi." Mi parrebbe utile farla vedere ai tanti che si sono dimenticati quanto hanno sofferto i nostri connazionali che scelsero di andare all'estero per lavorare e per campare la famiglia.... Forse servirebbe a far avere un atteggiamento più normale e civile verso gli uomini e le donne che vengono in Italia.
E fra l'altro, mi sembrerebbe anche un gesto di rispetto e di accoglienza verso i popoli che, tipo quelli dell'Africa, soffrono la fame per farci fare la bella vita nel nostro caro occidente.