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lunedì, novembre 23, 2009

Riguardo la decisione della Corte Europea sul crocifisso a scuola.

Riguardo la decisione della Corte Europea sul crocifisso a scuola.

Nelle scorse settimane la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che ha definito la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche è "una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni" ha scatenato un mare di polemiche nel nostro paese.

Poco fa ero ad assistere alla discussione nel Consiglio Comunale di Chiesina Uzzanese sulla mozione presentata dal PDL sulla questione.

Personalmente ritengo condivisibile la decisione della Corte Europea. Onestamente da credente non mi ha mai creato problemi la presenza del crocifisso nelle aule delle scuole, ma è ragionevole ritenere che in un edificio pubblico i simboli religiosi dovrebbero essere vietati.

A chi ribatte che la religione fa parte della cultura europea rispondo, come già feci qualche anno fa in Consiglio Comunale nel corso di una discussione sulla Costituzione europea, che l'Europa deve molta della sua storia anche alle culture "non cattoliche". Potrebbe bastare ricordare che i numeri che utilizziamo furono portati in Europa dagli arabi, arabi che hanno civilizzato gran parte della parte meridionale del continente europeo.

Inoltre ho sempre ritenuto che la religione sia una cosa personale, che rientra nell'intimo di ogni cittadino che sia anche credente. Certo ognuno è libero di professare la propria religione ma ostentare simboli religiosi di qualsiasi tipo in luoghi pubblici, e quindi non frequentati esclusivamente dai credenti la ritengo una violazione del principio di laicità alla base di ogni stato moderno.

Mi permetto anche di dire che i problemi della scuola pubblica italiana sono tutt'altra cosa rispetto alle diatribe sul crocifisso. Cronica carenza di finanziamenti, edifici scolastici spesso fatiscenti, insegnati mal pagati, precari della scuola licenziati..... ecc... Ci si occupasse di tutto questo sarebbe meglio.


Vi segnalo sul tema questo interessante articolo del Professor Stefano Rodotà pubblicato su La Repubblica il 17 novembre 2009.