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lunedì, febbraio 29, 2016

Contributo per congresso sezione ANPI Valdinievole centro di domenica 28 febbraio 2016

Contributo per congresso sezione ANPI
Valdinievole centro di domenica 28 febbraio 2016

Ieri domenica 28 febbraio si è svolto il congresso della sezione Anpi Valdinievole centro, essendo a Roma non ho potuto partecipare ai lavori. Di seguito trovate un mio breve intervento che ho ritenuto importante inviare alla presidenza del congresso per fare la mia parte nella discussione.

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Purtroppo nel fine settimana del congresso della sezione Anpi  Valdinievole centro "Giovanni Amendola" sarò a Roma e non potrò partecipare ai lavori del congresso, mi piaceva comunque inviare alla presidenza questo mio contributo per fare la mia parte dell'importante discussione congressuale.

Avvio questa mia breve riflessione da un episodio avvenuto nel pomeriggio dell'ultimo raduno regionale ANPI, dopo gli interventi dei sopravvissuti alla strage nazifascista ed i saluti delle autorità, prima di suonare un pezzo il cantante del gruppo musicale sul palco ha esordito dicendo "Vedo un po' troppe bandiere italiane e nessuna bandiera rossa!" raccogliendo anche qualche applauso fra il pubblico.

Non si tratta di una uscita ufficiale dell'organizzazione ma avvenuta in quel contesto e suggellata da alcuni applausi mi ha colpito.
Mi ha colpito perché il ruolo dell'ANPI è quello di tutelare la memoria di quel movimento di popolo che è stato la Resistenza antifascista italiana, di popolo e plurale composto da comunisti, socialisti, liberali e azionisti, cattolici-popolari e pure monarchici. Salvo i primi gli altri credo avrebbero poco apprezzato una bandiera rossa e soprattutto la Lotta di Resistenza fu si anche mossa da ideali politici ma soprattutto aveva l'obiettivo di liberare l'Italia dai nazi-fascisti, al fianco degli alleati e del governo "del sud".

Questo punto, la tutela della memoria, non può essere annacquato dalle posizioni politiche di chi ora occupa posti di direzione nell'ANPI. Su questo mi ha lasciato assai perplesso la scelta dell'ANPI di aderire alle proteste contro il vertice NATO a Firenze, alleanza che certo ha perso parte del senso per cui venne creata nel secondo dopoguerra ma aderire ad una protesta contro il patto atlantico mi pare sia un torto verso quei paesi che hanno speso molte vite umane per la liberazione del paese e che hanno sostenuto la lotta partigiana.

Mi pare invece importante continuare il lavoro di conoscenza della memoria della lotta partigiana, memoria che passa anche dalla lotta contro ogni propaganda fascista quale la commercializzazione dei gadget che inneggiano al ventennio; su questo penso siano da accogliere con favore le proposte di legge presentate in Parlamento per equiparare quel commercio all'apologia di fascismo.

Sempre in Parlamento sono avvenute negli ultimi mesi alcune importanti votazioni che hanno portato all'approvazione della nuova legge elettorale prima e delle prime letture della riforma costituzionale dopo. Su questo non condivido per niente la posizione della nostra associazione: non le condivido nel metodo e nemmeno nel merito.

Nel metodo trovo poco opportuno che il consiglio nazionale ANPI abbia deciso la posizione dell'associazione sul referendum confermativo, posizione che vincola anche le singole sezioni, a congresso ancora in corso. È certo una scelta legittima dal punto di vista statutario ma direi poco opportuna per rispetto degli iscritti chiamati ad esprimersi nel congresso, scelta che io non condivido dal momento che sono a favore della riforma costituzionale.
Nel merito trovo sgradevoli ed al limite del populismo le motivazioni inserite nel documento congressuale per criticare la legge elettorale e la riforma costituzionale! Come si fa a dire che una legge elettorale con le preferenze attacca la democraticità di un sistema elettorale? Com'è possibile sostenere che un Senato non elettivo direttamente sia una scelta antidemocratica quando (solo per citarne alcune) Francia e Germania eleggono già così la propria camera alta!

Per motivare queste posizioni contrariale si fa riferimento alla Costituzione, dimenticandosi che la legge elettorale venne volutamente affidata alla normativa ordinaria proprio per lasciare alla politica la definizione della legge elettorale. Al limite sarebbe da apprezzare il più facile controllo di costituzionalità sulla legge elettorale possibile con il nuovo testo costituzionale.
Facendo sempre riferimento alla Costituzione ci si dimentica troppo spesso di come i padri costituenti abbiano previsto una procedura di revisione costituzionale che è stata, ovviamente, seguita in Parlamento: o si apprezza la Costituzione e quindi si coglie come il testo costituzionale renda possibili le modifiche o non la si apprezza; fare finta di nulla solo per criticare una scelta delle forze politiche non credo renda omaggio all’ANPI.

Temo che alla base di queste posizioni ci siano posizioni politiche, legittime ovviamente, ma non opportune per un'associazione come l'ANPI chiamata a tenere viva la memoria della resistenza e non a dare sfogo alla posizioni politiche che non trovano posto nel sistema politico odierno.

Grazie a tutti. Viva la Resistenza!